In rete, sono disponibili moltissimi servizi vietati ai minori di diciotto anni, ma i controlli sull’età degli utenti sono spesso difficili, se non addirittura impossibili. Molti siti, ad esempio, si limitano a chiedere una sorta di autocertificazione in cui l’utente, selezionando una casella apposita, dichiare di aver compiuto la maggiore età.
Non fanno eccezione i siti di scommesse online che, a causa dello spirito di emulazione tipico di molti ragazzi, sono particolarmente attraenti per gli adolescenti.
Per capire la portata di questo fenomeno è utile rifarsi ad un’indagine Eurispes secondo cui 1 bambino (o adolescente) su 10 ha giocato a soldi nelle sale giochi o online.
Il gioco d’azzardo online, in particolare, è il luogo prediletto della rete per ben il 39% dei ragazzi. Un dato davvero elevato e che sembra destinato ad aumentare. I ragazzi, infatti, sono particolarmente sensibili ai messaggi pubblicitari legati alle scommesse online e molto tentanti dalla sensazione di sentirsi adulti o dimostrare più anni di quanti ne abbiano in realtà.
A conferma di questo dato l’Eurispes rileva che, mentre gli studenti che provengono da famiglie in cui non si gioca hanno una propensione al gioco pari al 36,8%, questo dato sale all’80,3% nel caso di ragazzi con famiglie di origine in cui è presente l’abitudine al gioco. E’ evidente quindi che la familiarità ed il desiderio di emulare il comportamento degli adulti siano fattori fondamentali nella diffusione di questo fenomeno.
Il fenomeno, però, non si limita ai siti specializzati. Tra gli adolescenti che giocano abitualmente, il 25% (1 ragazzo su 4) lo fa nelle sale giochi, ai cosiddetti videopoker.
E’ ovvio quindi che i controlli sull’età dei giocatori siano carenti anche nei casi in cui sarebbero più semplici: se è difficile stabilire l’età di un utente internet, è molto più facile chiedere un documento ad un cliente di un bar o di una sala giochi tradizionale.
Anche dal punto di vista della frequenza di gioco, i dati non sono affatto tranquillizzanti: il 15,6% dei giovani giocatori dichiara di giocare qualche minuto ogni giorno, segnalando quindi un appuntamento quotidiano col gioco, che potrebbe risultare allarmante. Il dato ancora più preoccupante, tuttavia, è il 4,5% degli studenti che gioca circa 1 ora tutti i giorni.
La spesa dedicata al gioco non è elevatissima (poco superiore ai 10€ al mese) ma anche qui c’è un dato allarmante: 1 ragazzo su 10 dichiara infatti di continuare a giocare finché non ha perso tutti i soldi a disposizione. Questo comportamento è tipico di chi ha sviluppato una dipendenza da gioco e andrebbe certamente tenuto sotto controllo dalle famiglie.
In conclusione, l’indagine Eurispes presenta un quadro sicuramente allarmante e che dovrebbe spingere le autorità ad una maggiore attenzione ed a controlli più severi su questo fenomeno, per evitare che gli adolescente, attirati dai messaggi pubblicitari, incuriositi dalla prospettiva di un guadagno facile o di una vincita sicura e spinti dalla voglia di emulare gli adulti, possano sviluppare delle vere e proprie dipendenze.
Fonti: Wikipedia, rapporto Eurispes 2013.